Sotto il termine pittura pompeiana si riassume tutta la pittura parietale compreso tra la fine del II secolo a.C. e il 79 d.C.
- La pittura a fresco veniva eseguita su intonaco di calce fresca con colori macinati e diluiti in acqua.
- La pittura a tempera veniva eseguita diluendo i colori in solventi collosi e gommosi, con il rosso d'uovo e la cera.
- La pittura ad encausto, invece, la si otteneva con colori miscelati con la cera.
Storia
Lo studioso tedesco August Mau[1] classificò la pittura pompeiana in quattro stili basandosi sulla trattazione sulla pittura fatta da Vitruvio nel suo VII libro del De Architectura.Questa tecnica pittorica, diffusa sia negli edifici pubblici che nelle abitazioni, imita, utilizzando in alcuni casi anche elementi instucco a rilievo, il rivestimento delle pareti in opus quadratum e con lastre di marmo, detto crusta, da cui il nome "stile dell'incrostazione".Le pitture in primo stile si articolano, seguendo una ripetizione fissa, in tre zone:- una fascia superiore decorata con cornici in stucco aggettante.
- una fascia mediana, a sua volta tripartita, dipinta con i colori predominanti rosso e nero, ma anche viola, giallo-verdi, imitanti il marmo, il granito o l'alabastro
- un plinto , di solito di colore giallo
Le pitture di questo stile contengono anche piccoli elementi architettonici, come ad esempio pilastri per la divisione verticale delle superfici. Il primo stile pompeiano
Il primo stile pompeiano è detto stile strutturale o dell'incrostazione e si colloca nel periodo a partire dall'età sannitica (150 a.C.) fino all'80 a.C.
- lonne e frontoni sporgenti e, negli spazi più grandi, di esedre dove venivano raffigurate intere scene figurate, tragiche, comiche o satiriche; nelle galleria invece si usavano particolari paesistici (porti di mare, promontori, coste, fiumi, sorgenti, edifici, boschetti, montagne, pastori con greggi). Infine cita le "megalografie" (a soggetto determinato), con simulacri di divinità, favole mitologiche, guerre troianae o peregrinazioni di Ulisse.
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